
fonte: web calcio dilettanti
Commentare risultati e gare dal passivo elevato è molto difficile soprattutto quando lo si fa consapevoli delle proprie forze e soprattutto di come alcune decisioni arbitrali stiano, costantemente, penalizzando la squadra arancione che dal canto suo non riesce a trovare la forza per risollevare quel morale che servirebbe per portare a termine con dignità questo campionato, iniziato con buone speranze ma partito con il marchio della “sfortuna” sin dall’inizio.I ragazzi arancioni affrontano il Castriotta Manfredonia con gli uomini contati, oltre alle assenze di Troccola, Capano, Lombardi Rocco (tutti per squalifica, ma rientreranno domenica), Cappiello, Frascella Davide e Carbonara, quella che pesa maggiormente è quella del Capitano Doto Pietro che, dopo lo scontro di domenica scorsa a Foggia, ha riportato gravi danni fisici al ginocchio, che non solo minano il suo rientro in campo per quest’anno, ma rischia seriamente di far terminare in questo modo la carriera al giocatore. La cosa che ancora brucia è che anche in quel caso la decisione arbitrale è stata avversa non sanzionando il giocatore reo della “brutta” entrata ma espellendo un giocatore arancione che chiedeva solamente spiegazioni. Questa ennesima decisione avversa si aggiunge a quella attuata nei confronti di Di Francesco Luigi, squalificato per un anno, decisione quanto meno discutibile visto che quanto scritto dal direttore di gara di turno è quasi del tutto inventato. In questa “situazione” i ragazzi arancioni affrontano la gara con tutte le buone intenzioni ma fin dall’inizio gli ospiti diventano padroni del campo, sbagliando nei primi minuti due clamorose palle goal. Poi cominciano gli “erroracci” arbitrali che, prima portano gli ospiti in vantaggio con due reti, in cui l’attaccante è partito in netta posizione di fuorigioco; poi lo stesso dopo aver sventagliato cartellini gialli per ogni intervento dei ragazzi delicetani, decreta un espulsione inesistente per un intervento a centrocampo, che forse valeva solo la punizione stessa, di Mascia Luigi. L’Elce, in dieci e senza forze, soccombe così agli avversari che, oltre all’uomo in più, hanno più freschezza atletica e più gioco, portando il passivo a 6 reti, nonostante qualche buona iniziativa arancione poco sfruttata. Sicuramente i ragazzi non sono riusciti a reagire prontamente agli episodi sfavorevoli ma le decisioni arbitrali hanno finito per affossare il loro morale e la loro fiducia incidendo sull’esito della gara. Per carità, siamo tutti convinti che gli arbitri sono umani e possono sbagliare ma, quando questa cosa accade solo ed esclusivamente nei confronti dell’Elce (l’esempio lampante è quello di fine gara quando il difensore n. 5 del Manfredonia rivolge minacce pesanti al direttore di gara, sul risultato di 0-5, senza che lo stesso prenda provvedimenti) sembra quasi che, prima di venire ad arbitrare, “si veda la classifica” per decidere a priori chi ha ragione e chi ha torto. Dopo quanto accaduto, evitando anche di ricordare altri episodi discutibili, risulta davvero difficile comprendere alcuni errori e cercare di aiutare i direttori di gara a svolgere il proprio ruolo. Domenica prossima l’Elce affronta la difficile trasferta di Vieste con la convinzione che, dopo quest’ultima gara, bisogna affrontare non solo gli avversari ma, purtroppo, anche le decisioni di colui che dovrebbe garantire la giustizia in campo.
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